Ogni quanto cambiare il cuscino, e perché?

quando cambiare i cuscini

Il cuscino è un elemento cardine all’interno di qualsiasi sistema di riposo in quanto assolve una funzione fondamentale: sostenere il capo e il collo durante le ore di sonno notturno. Di conseguenza, deve garantire un supporto uniforme, in grado di adattarsi perfettamente alla conformazione ergonomica dell’area cervicale, così da limitare i fastidi che possono derivare da una postura scorretta o innaturale (cervicalgia, dolori muscolari, torcicollo e indolenzimento). A tale scopo, è necessario che il cuscino sia sempre in condizioni ottimali, in maniera tale che le prestazioni e la qualità del riposo ne risentano; a tale scopo, è consigliabile rimpiazzare periodicamente il cuscino: di seguito, vediamo quando è consigliabile cambiarlo e quali benefici ne derivano.

Cambiare cuscino: beneficio

Sostituire un vecchio cuscino con un modello nuovo è molto più di un semplice vezzo ma costituisce un accorgimento indispensabile per garantire una qualità elevata del riposo notturno. Trascorso un certo lasso di tempo – dipendente dalle caratteristiche materiali e costruttive del prodotto – un cuscino non è più in grado di assicurare le medesime ‘prestazioni’ in termini di portanza, elasticità e confort. Ciò implica una progressiva regressione, dal punto di vista qualitativo, del sostegno che il cuscino offre alla testa e al collo; parallelamente, aumenta la possibilità di andare incontro a disturbi del sonno e, in particolare, problemi a carico della zona cervicale.

La sostituzione dei cuscini è dettata anche da motivi di carattere igienico sanitario; per quanto si possano lavare e igienizzare periodicamente, a lungo andare il tessuto delle federe tende a macchiarsi e a trattenere maggiormente l’umidità. Pertanto, è più facile che all’interno del cuscino si sviluppino muffa e batteri, che possono rappresentare un fattore di disturbo soprattutto per chi soffre di problemi respiratori o ha una pelle particolarmente sensibile. Più in generale, un cuscino di questo genere costituisce un elemento di contaminazione per la salubrità del sistema di riposo e per l’intero ambiente della camera da letto.

I cuscini, da questo punto di vista, sono ricettacolo delle secrezioni oleose e sebacee della pelle e dei capelli, buona parte delle quali viene assorbita dalle federe e anche dagli involucri interni. Inoltre, sulla superficie del guanciale si accumulano scaglie di pelle, sudore, saliva e depositi di altro genere come, ad esempio, i residui dei prodotti di cosmesi o per la cura dei capelli. Il miscuglio di tali sostanze crea le condizioni ideali per lo sviluppo di una flora batterica – composta da acari, funghi, muffe e simili – che può causare problemi di vario genere, soprattutto di tipo dermatologico.

Cambiare il cuscino ad intervalli regolari serve, quindi, non è soltanto una questione di comfort e relax ma anche di benessere e salute.

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Quando sostituire il cuscino

Dopo aver analizzato in motivi per cui è consigliabile, se non necessaria, una sostituzione periodica, vediamo ora ogni quanto cambiare cuscino. Per capire se è arrivato il momento ‘giusto’, è necessario valutare diversi aspetti. Il primo è l’età del cuscino; i modelli di alta qualità, in genere, garantiscono prestazioni ottimali per un minimo di tre o quattro anni e un massimo di sei, mentre quelli più economici tendono a conservare le proprie caratteristiche per poco più di sei mesi. In sintesi, se è particolarmente ‘vissuto’, il cuscino andrebbe cambiato il prima possibile e con una certa regolarità.

Un altro segno di evidente usura è l’alterazione dell’imbottitura; quando la lastra interna non si presenta più omogenea è sintomo che il materiale ha perso buona parte della portanza e delle proprietà elastiche. Di conseguenza, anche se al contatto con il capo può non sembrare scomodo o meno confortevole, le irregolarità determinano una minore qualità del sostegno offerto alla testa ed alla regione cervicale durante il sonno, con ripercussioni negative sul comfort e sulla qualità del riposo notturno.

Questo aspetto diventa ancora più evidente quando l’imbottitura non è più in grado di garantire un supporto adeguato a causa di una completa deformazione (appiattimento parziale o totale). Di conseguenza, oltre a risultare meno morbido e più scomodo, il cuscino favorisce problemi alle strutture cervicali quali dolori, torcicollo, nevralgia e indolenzimento muscolare.

Il cattivo odore è un altro degli indicatori di un’usura eccessiva e probabilmente irreversibile; quando il cuscino presenta macchie e aloni ed emana un odore sgradevole vuol dire che si è trasformato in un ricettacolo di batteri e muffe, che rendono l’intero sistema di riposo meno salubre. Inoltre, è possibile che le federe e gli involucri dell’imbottitura interna abbiano perso buona parte della propria capacità traspirante, favorendo l’accumulo di umidità che, a sua volta, agevola la proliferazione batterica.

La vita media di un cuscino dipende principalmente dal tipo di imbottitura; quelli che presentano una lastra in memory foam tendenzialmente perdono la maggior parte delle proprie caratteristiche dopo cinque anni di utilizzo. Per quanto riguarda, invece, il cuscino in lattice, quando cambiarlo? Pur essendo un materiale naturale, rispetto alla schiuma poliuretanica viscoelastica ha una durevolezza leggermente maggiore, tant’è che è consigliabile sostituirlo dopo sei anni. Naturalmente, è bene fare riferimento alle istruzioni fornite dal produttore, inclusi eventuali accorgimenti per conservare al meglio il prodotto e le sue prerogative; al contempo, se il cuscino dovesse mostrare uno o più ‘segni’ di decadimento, è bene non aspettare troppo per cambiarlo.

Come allungare la vita al cuscino

Uno dei (pochi) accorgimenti possibili per conservare al meglio e allungare la vita dei propri cuscini è lavarli e sanificarli con regolarità. Ragion per cui, il consiglio è quello di scegliere sempre cuscini con il rivestimento sfoderabile che possa essere lavato in lavatrice.

Ogni federa andrebbe cambiata una volta la settimana mentre per il lavaggio è consigliabile un passaggio in lavatrice a cadenza mensile, selezionando un ciclo con acqua calda (50°) abbinato ad un detergente ipoallergenico.

Il lavaggio dei cuscini, invece, varia in base al materiale di cui è composta l’imbottitura; qualora sia possibile lavarla (in base alle indicazioni riportate in etichetta), bisogna sempre selezionare un lavaggio delicato, senza centrifuga e a basse temperature (non oltre i 30°-40°), per non rovinare la lastra. In aggiunta, le imbottiture non vanno messe in asciugatrice ma preferibilmente lasciate asciugare all’aria, evitando un’esposizione eccessiva ai raggi del sole, che possono rovinare tanto i materiali naturali quanto quelli sintetici.

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